La Chiesa Evangelica Emmaus è una chiesa evangelica pentecostale che pone l’enfasi sull’esperienza dello Spirito Santo. Oltre al dono delle lingue viene ricercata la guarigione e la liberazione. La chiesa evangelica curata dal pastore Stefania Di Nicolò non si distacca da quegli elementi caratteristici del pentecostalismo classico come la ripartizione dei “doni” dati alla chiesa secondo la volontà dello Spirito.

Cosa crediamo

Crediamo ed accettiamo l’intera Bibbia come parola ispirata da Dio, unica, infallibile ed autorevole regola della nostra fede e condotta.

Crediamo in un solo Dio, Eterno, Onnipotente, Creatore e Signore di tutte le cose e che nella Sua unità vi sono tre distinte persone: Padre, Figlio e Spirito Santo.

Crediamo che il Signor Gesù Cristo fu concepito per opera dello Spirito Santo ed assunse la natura umana in seno di Maria vergine: vero Dio e vero uomo.

Crediamo nella Sua vita senza peccato, nei Suoi miracoli, nella Sua morte vicaria, nella Sua resurrezione, nella Sua ascensione, alla destra del Padre e nel Suo personale, imminente ritorno per i redenti e poi sulla terra in potenza per stabilire il Suo regno.

Crediamo che la rigenerazione per opera dello Spirito Santo è assolutamente essenziale per la salvezza.

Crediamo al battesimo dello Spirito Santo, come esperienza susseguente alla nuova nascita, che si manifesta con il segno scritturale del parlare in lingue.

Crediamo nella potenza santificatrice dello Spirito Santo che si manifesta nel credente con una vita di santità.

Crediamo nella resurrezione dei morti, alla condanna dei reprobi e alla glorificazione dei credenti.

Celebriamo il battesimo in acqua per immersione, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, per coloro  che fanno professione di fede nel Signore Gesù Cristo come loro personale Salvatore.

Celebriamo la Cena del Signore o Santa Cena, sotto le due specie del pane e vino, rammemorando cosi la morte del Signore ed annunziandone il ritorno, amministrata  a chiunque sia stato battezzato secondo le regole del vangelo e viva una vita degna e santa davanti a Dio ed alla società.

Cosa s’intende per “Chiesa Battista Riformata”?

I nomi e le etichette non sono mai privi di valore e, nella misura in cui ci aiutano a comprendere l’essenza delle cose, devono essere utilizzati come ausilio a promuovere una comunicazione chiara e univoca. Generalmente non gradiamo usare i nomi come slogan e chi frequenta abitualmente la nostra chiesa di Collegno sa bene che i nomi, che in questo scritto sono definiti e spiegati (battista, riformata, calvinista, ecc.), non si odono quasi mai. Quando ciò accade, lo si fa solo per chiarezza e mai con lo spirito settario che ha come unico scopo quello di maltrattare o escludere altre persone e chiese, che sono unite a Cristo, unico Capo e Signore della chiesa che è il suo corpo.

Tuttavia ci è sembrato opportuno scrivere quanto segue per chiarire, evidenziando alcuni punti fermi, cosa intendiamo quando, ad una richiesta di identificazione, rispondiamo di essere “battisti riformati”. Questo è il nostro scopo principale; la pubblicazione di questo segue dovrebbe giovare ai fini della chiarezza, perciò speriamo che possa rivelarsi utile per una riflessione su quali siano (o quali dovrebbero essere) i tratti caratteristici di una chiesa che sia battista e riformata.

Anche in Italia, da qualche anno a questa parte, alcune chiese hanno cominciato a definirsi “battiste riformate”. Per alcuni i due aggettivi sono abbastanza chiari da spiegare la natura di questi gruppi, mentre per altri è un vero rebus. Per questo molti domandano: «Cosa s’intende per chiesa battista riformata?».

Il nostro proposito è di provvedere una risposta a questo importante interrogativo che sia, al tempo stesso, breve e sostanziale. Considereremo la definizione dei termini.
Ci sono due termini che devono essere definiti chiaramente: “riformata” e “battista”.

1. Cosa s’intende per chiesa “Riformata”?

L’aggettivo “riformata” ci aiuta a spiegare le nostre radici storiche e teologiche. Noi crediamo a quell’insieme di verità che in gergo teologico è comunemente conosciuto come “fede riformata”. Si tratta di quelle verità della Parola di Dio, la Bibbia, che furono affermate nel principio dalla chiesa apostolica e ravvivate poi al tempo della riforma protestante. Le verità bibliche: sola gratia (la salvezza di Dio per sola grazia), sola fide (giustificati mediante la sola fede), solus Christus (l’unico Salvatore dei peccatori), sola Scriptura (la Bibbia soltanto è la base della fede e della pratica dei credenti), soli Deo gloria (solo a Dio tutta la gloria per la salvezza dei peccatori) sono alcuni dei tratti peculiari della fede riformata.

La dottrina della salvezza insegnata dalle Scritture e anche dalla fede riformata è che, prima della fondazione del mondo, Dio Padre ha sovranamente scelto alcuni peccatori per la salvezza, secondo un suo disegno benevolo (Efesini 1:3-5). Dio Figlio venne e morì per i peccati degli eletti (Giovanni 10:14-18). Nella conversione del peccatore, Dio Spirito Santo opera in armonia con i decreti del Padre e la morte vicaria del Figlio, applicando l’opera della redenzione agli eletti (Tito 3:5). Quando diciamo di essere riformati, stiamo dicendo che abbracciamo il sistema biblico teologico comunemente chiamato “dottrine della grazia”. Si tratta delle antiche verità della depravazione totale o completa corruzione dell’uomo, dell’elezione incondizionata o scelta sovrana di Dio, dell’espiazione limitata o redenzione particolare, della grazia irresistibile o chiamata efficace e della perseveranza finale o preservazione dei santi. Molti dei più grandi nomi della storia della chiesa sono associati con queste dottrine: Agostino, Giovanni Calvino, John Knox, John Bunyan, John Newton, Matthew Henry, George Whitefield, Jonathan Edwards, Adorinam Judson, Willam Carey, Charles Spurgeon, Arthur Pink, Martyn Lloyd Jones e molti altri ancora hanno compreso in questo modo la dottrina della salvezza. Tuttavia, ciò che vorremmo sottolineare è che noi crediamo a queste dottrine non perché Agostino, Calvino, Edwards e altri importanti personaggi nella storia della chiesa hanno creduto così, ma perché siamo fermamente convinti che Cristo e gli apostoli le hanno insegnate chiaramente.

Tuttavia, le peculiarità della fede riformata non riguardano soltanto la dottrina della salvezza, ma si estendono anche ad altre verità importanti e pratiche: come deve essere vissuta la nostra vita, come deve essere annunciato il Vangelo, come deve essere condotta l’adorazione di Dio, come devono essere governate le chiese cristiane ed altro ancora. È dalla riflessione teologica su questi argomenti che scaturiscono le grandi confessioni e i catechismi riformati. Tra i più importanti vi sono i Canoni del Sinodo di Dort, la Confessione Belga, il Catechismo di Heidelberg, la Confessione ed i Catechismi di Westminster. Le chiese battiste riformate fanno riferimento alla Confessione di fede del 1689, la London Baptist Confession (conosciuta anche come The Second London Baptist Confession) la quale è profondamente radicata nei documenti riformati summenzionati. Difatti è sostanzialmente simile alla Confessione di fede di Westminster. Dunque, per queste ragioni teologiche e storiche noi ci chiamiamo “riformati”.

Inoltre, usiamo il termine riformato anche in un altro senso e per un’altra ragione: cerchiamo continuamente di riformare noi stessi e le nostre chiese in accordo con gli insegnamenti della Bibbia. Oggigiorno udiamo frequenti appelli ad una riforma della chiesa, ma si tratta di inviti che intendono portare la chiesa lontano dalle proprie radici bibliche e storiche. Questo tipo di riforma è solo un’innovazione antropocentrica e pragmatica. Spesso si assiste ad un tipo di riforma che non ricalca il modello biblico, ma che si propone di cambiare la natura della chiesa trasformando la “casa di Dio” in una “casa d’intrattenimento”. Molti cercano di dilettare i peccatori invece di convincerli del loro stato di perdizione. L’allegria, non la santità, è la grande passione della gente! Molti hanno dimenticato e perso di vista la maestà, la gloria e la potenza di Dio. In contrasto con questa tendenza, i battisti riformati stanno cercando di portare le loro chiese a conformarsi agli standard della Parola di Dio e in questo senso perseguono in modo dinamico una continua riforma. Vogliamo tornare alle Scritture per esaminare noi stessi. E non vogliamo farlo solo perché lo hanno fatto i riformatori e i puritani, ma questo è quanto è rivelato nella Bibbia ed è la volontà di Cristo per tutte le chiese cristiane.

2. Cosa s’intende per “Battista”?

Il termine “battista” è una forma verbale che vuole comunicare alcune verità bibliche. Prima di tutto, questo termine riguarda i soggetti e le modalità del battesimo cristiano. La Bibbia parla chiaramente di questo tema. Rispetto a chi può essere soggetto del battesimo in acqua, l’indiscutibile insegnamento della Parola di Dio è che tale ordinamento è solo per i discepoli (Matteo 28:19). Non è il libro della Genesi a stabilire chi sono i soggetti del battesimo cristiano, bensì i Vangeli e le epistole. Non possiamo riscontrare una sola evidenza attendibile nella Parola di Dio che sostenga legittimamente la pratica che i bambini, o i figli dei credenti siano stati battezzati. Ogni singolo comandamento, ogni esempio ed ogni dottrina riguardante la natura del battesimo, prova che è solo per i credenti.

Riguardo alla modalità del battesimo, la Scrittura insegna che deve essere amministrato per immersione. La parola greca comunemente usata per indicare un’immersione o una sommersione è la stessa impiegata dal Nuovo Testamento. Esiste un termine greco diverso per indicare un’aspersione. Infatti, ci sono numerose occasioni nella traduzione dei Settanta (la traduzione in greco dell’Antico Testamento) dove le parole usate per tradurre “immersione” e “aspersione” compaiono affiancate nello stesso contesto, ma con i loro rispettivi significati ben distinti (per esempio, quando il sacerdote “immerge” il dito nel sangue per poi “aspergere” un qualche oggetto: vedi Levitico 4:6-17).

In secondo luogo, il termine “battista” si riferisce alla verità secondo cui soltanto coloro che sono convertiti e battezzati hanno il privilegio di essere accolti come membri nella chiesa di Cristo. Coloro che vengono accolti come membri nelle chiese cristiane devono essere presone davvero rigenerate. Leggendo le epistole del Nuovo Testamento con attenzione comprendiamo che gli apostoli consideravano coloro ai quali scrivevano «santi», «fedeli fratelli» (I Corinzi 1:2; Colossesi 1:2). Purtroppo, molte chiese battiste oggi si preoccupano di più di strappare un’alzata di mano ed un battesimo formale piuttosto che accertare ragionevolmente l’avvenuta rigenerazione.

3. Segni caratteristici di una Chiesa Evangelica Battista Riformata

Così giungiamo alla domanda di molti: ma in cosa sono diverse le chiese “battiste riformate”? Anche se non c’è un unico clichè che plasma la vita delle nostre chiese, una seria riflessione sulle Scritture produce un grande consenso su molti argomenti fondamentali. Il seguente elenco dei tratti peculiari delle nostre chiese non esaurisce tutto ciò che dovrebbe caratterizzare le vere chiese. Ad esempio, non compaiono realtà importanti e fondamentali come l’amore per Cristo, la passione per la presenza e la potenza dello Spirito di Dio, un vero ed evidente amore fraterno e lo zelo nell’evangelizzazione degli inconvertiti. Di sicuro, queste caratteristiche devono segnare ogni chiesa che si professi fedele a Cristo e certamente bisogna che siano presenti nelle chiese Battiste Riformate. Perciò, i segni caratteristici che seguono sono in aggiunta a queste realtà fondamentali. Inoltre, il lettore dovrebbe comprendere che non ci rilassiamo poggiandoci su queste peculiarità come se fosse l’unico vero modo di piacere a Dio. Difatti, ci sono poche cose che non piacciono al Signore quanto l’ortodossia morta e il formalismo vacuo.

Le chiese Battiste Riformate sono contraddistinte dalla convinzione riguardante l’autorità e la sufficienza della Parola di Dio, in aggiunta alla sua ispirazione, infallibilità ed inerranza.
Tutti i veri cristiani credono che la Bibbia proceda dalla bocca di Dio (II Timoteo 3:16), che è infallibile e senza errore in tutte le sue parti. Negare questo principio è un’eresia. Ora, nonostante tutte le chiese evangeliche professino di aderire al principio dottrinale “sola Scriptura”, non tutte le chiese evangeliche regolano se stesse in ogni aspetto in base alla Parola di Dio. Di solito, si pensa che la Bibbia non sia una guida sufficiente per ordinare la vita pratica di una chiesa in tutti i suoi aspetti. Ad esempio, questo modo di pensare è quello che caratterizza il cosiddetto “movimento per la crescita della chiesa”. Questo movimento si fonda, tra le altre cose, sulla convinzione che la Bibbia non abbia molto da dire sulla natura e sui propositi della chiesa e così molti si sentono liberi di organizzare la chiesa secondo i principi che ritengono migliori, pensano che Dio non ci abbia fornito delle direttive sufficienti concernenti la comunione e la vita pratica del Suo popolo.

Ma la grande dichiarazione dei pastori di Cristo deve essere la medesima dell’antico profeta: «Alla legge, alla testimonianza, se il popolo non parla così, non vi sarà per lui nessuna aurora!» (Isaia 8:20). I battisti riformati hanno la convinzione che la Bibbia e solo la Bibbia possa dirci ciò che la chiesa deve essere e fare (I Timoteo 3:14-15). La Bibbia, e la Bibbia soltanto può dirci il numero ed i nomi degli uffici ministeriali della chiesa (anziani e diaconi, Filippesi 1:1), le loro qualifiche e funzioni (Atti 20; I Timoteo 3; Tito 1; Ebrei 13; I Pietro 5). Solamente la Bibbia può dirci come dovrebbe essere offerta la nostra adorazione a Dio (Giovanni 4:23-24). Solo la Bibbia può insegnarci chi sono e quali sono i requisiti di coloro che possono essere ammessi alla comunione di una chiesa cristiana (Atti 2:42-47; I Tessalonicesi 5:12-14; Ebrei 13:17). Purtroppo, oggi ci sono molte chiese che dichiarano di credere nella Bibbia, ma non così tanto da regolarsi in base ai suoi insegnamenti.

Le chiese Battiste Riformate sono contraddistinte dalla convinzione che la chiesa esista per la gloria di Dio (Efesini 3:21).
Siccome la chiesa esiste per la gloria di Dio, l’adorazione e il ministero della Parola devono rappresentare le realtà più importanti. Oggi, invece, la misura di una chiesa è stabilita in base a ciò che può offrire alle persone: va incontro ai bisogni che avvertono? Reca loro allegria? Equilibrio e appagamento interiori? Svago e intrattenimento per vincere lo stress? Ma le chiese devono essere gradite a Dio e non all’uomo! La chiesa è la casa di Dio, non dell’uomo! Questo non significa che le nostre chiese devono essere un luogo triste, noioso, freddo e inospitale. Il luogo dove Dio dimora è il luogo più glorioso e santo della terra: è un’oasi per l’anima assetata del peccatore che sta cercando la grazia di Dio. La chiesa è un luogo santo e solenne: «Come è tremendo questo luogo! Questa non è altro che la casa di Dio, e questa è la porta del cielo!» (Genesi 28:17). È in base a questa convinzione che spieghiamo la riverenza e la serietà con la quale cerchiamo di accostarci all’adorazione di Dio (Ebrei 12:28).

Le chiese battiste riformate sono contraddistinte dalla convinzione che la chiesa locale sia centrale nel proposito di Dio (I Timoteo 3:15).
I giorni in cui viviamo sono quelli delle organizzazioni para-ecclesiastiche. Sono tempi di autonomia, individualismo e indipendenza. La gente si sposta di luogo in luogo, segue un po’ questo e un po’ quel ministero, sopravvive partecipando a raduni, seminari e conferenze. Le persone non si assumono nessuna responsabilità come membri di una chiesa locale. Ora, non solo questo individualismo è spiritualmente pericoloso, ma lo è perché è del tutto contrario alla rivelazione del pensiero di Dio (Matteo 28:19-20; Atti 2:41-42). È anche vero che s’incontra incompetenza e negligenza da parte delle chiese locali rispetto alla responsabilità che hanno secondo la vocazione di Dio, ma la reazione adeguata non deve essere quella di abbandonare le chiese locali; piuttosto dobbiamo impegnarci per attuare una riforma e un rinnovamento biblici. La chiesa soltanto è la dimora speciale di Dio sulla terra (Efesini 2:22). La grande missione della chiesa è pienamente assolta quando i predicatori del Vangelo sono inviati dalle loro chiese per stabilire altre chiese: nuove chiese formate in seguito a conversioni, battesimi e all’accordo comune di nuovi discepoli. Se vogliamo trovarci dove dimora in modo speciale la presenza di Dio, dobbiamo essere parte di una chiesa ordinata secondo i principi del Nuovo Testamento e costituita da veri credenti.

Le chiese battiste riformate sono contraddistinte dalla convinzione che la predicazione sia fondamentale per la chiesa.
In che modo Dio si è compiaciuto di salvare i peccatori? Come ha stabilito di esortare, modellare ed edificare i suoi santi? In che modo il Signore Gesù è presentato alla mente e al cuore delle persone? La risposta è una sola: per mezzo della predicazione della Parola di Dio (I Corinzi 1:21; Efesini 4:11-16; II Timoteo 4:1-5). Come credenti che hanno una mente rinnovata dal Vangelo rigettiamo la tendenza ad un insegnamento e ad una predicazione superficiali. Oggi il culto di adorazione è votato all’intrattenimento: musica, testimonianze, spettacoli, balli e quant’altro! Ma è la Parola di Dio a dover essere al centro dell’adorazione di Dio! Essa non deve mai essere sostituita o affiancata da elementi estranei come quelli sopraccitati. L’apostolo Paolo ha insegnato che sarebbero venuti dei tempi in cui le persone nella chiesa non avrebbero più tollerato la sana dottrina e si sarebbero cercati «maestri in gran numero secondo le proprie voglie» (II Timoteo 4:3). Per questa ragione, egli esorta Timoteo a concentrarsi sulla predicazione della Parola. Dobbiamo sforzarci di non dare spazio ad una predicazione noiosa e apatica, a pastori infedeli e pigri che non curano le pecore. La condanna di Dio è tremenda: «Figlio d’uomo, profetizza contro i pastori di Israele; profetizza e di’ a quei pastori: così parla Dio, il Signore: “Guai ai pastori d’Israele che non hanno fatto altro che pascere se stessi! Non è forse il gregge quello che i pastori debbono pascere?”» (Ezechiele 34:2).

Le chiese Battiste Riformate sono contraddistinte dalla convinzione che la salvezza debba cambiare radicalmente la vita del convertito.
È tragico che si debba dire una cosa del genere! Oggi viviamo nell’epoca del “semplice credere” e la gente è persuasa che basti “decidere” di essere salvati per esserlo davvero. Molti sono convinti che se si alza la mano, se si risponde all’appello facendosi avanti, se si ripete una preghiera che viene suggerita e se si compila un bigliettino si è per questo salvati. Non importa se le persone non hanno rotto con il peccato abbandonando la loro vecchia condotta e cercando la santità di vita (Ebrei 12:14). Si può continuare a vivere per se stessi e per il mondo pur professandosi cristiani! Noti insegnanti della Bibbia parlano di questa contraddizione nei termini di “grandezza della grazia di Dio”, mentre la Bibbia definisce coloro che vivono così «empi che volgono in dissolutezza la grazia di Dio» (Giuda 4). Quando Paolo descrisse la conversione dei credenti di Efeso, fece uso della più grande antitesi del linguaggio umano per descrivere il profondo cambiamento delle loro vite: «Perché in passato eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore. Comportatevi come figli di luce» (Efesini 5:8). In un’altra lettera l’apostolo pose una domanda retorica: «Quale comunione c’è tra la luce e le tenebre?» (II Corinzi 6:14). Il Gesù che noi proclamiamo è un grande Salvatore; egli non lascia il suo popolo in una condizione di morte spirituale perché è stato mandato per salvare il suo popolo dal peccato (Matteo 1:21). Nelle nostre chiese c’impegniamo a proclamare la verità biblica che «se uno è in Cristo egli è una nuova creatura» (II Corinzi 5:17). Proclamiamo quel Gesù che è venuto per dare se stesso e per purificarsi un popolo «zelante nelle buone opere» (Tito 2:14). Inoltre, respingiamo con decisione la concezione, impostasi di recente, secondo cui una persona possa ricevere Cristo come Salvatore, ma non come Signore. La Bibbia insegna, al contrario, che il Cristo che salva è anche il Signore (Atti 2:36). La Scrittura non insegna mai che gli uffici di Cristo possono essere scissi tra loro: chi riceve Cristo lo riceve nella sua pienezza come profeta, sacerdote e re.

Le chiese Battiste Riformate sono contraddistinte dalla convinzione che la legge di Dio (espressa nei dieci comandamenti) debba regolare la vita dei credenti del nuovo patto.
L’apostolo Paolo spiega: «La circoncisione non conta nulla e l’incirconcisione non conta nulla; ma ciò che conta è l’osservanza dei comandamenti di Dio» (I Corinzi 7:19; cfr. Geremia 31:33; I Giovanni 5:3). In quest’epoca segnata da un forte antinominianismo che assegna pochi doveri e molti privilegi alle persone, è importante ribadire che le esigenze richieste dalla santità di Dio sono sempre le stesse. La legge scritta nella coscienza dell’uomo alla creazione è la stessa legge codificata nei dieci comandamenti al Sinai, ed è rinnovata nei cuori di coloro che sono partecipi del nuovo patto. Tra i comandamenti, pochi sono oggi più odiati del quarto: «Ricordati del giorno del riposo per santificarlo» (Esodo 20:8; cfr. Deuteronomio 5:12). Quel che Dio richiede ai credenti è di consacrare un giorno su sette per dedicarsi alla sua adorazione, mettendo da parte le normali attività settimanali. Ma per alcuni è assurdo e per altri odioso.

Albert Barnes, pastore e commentatore biblico del diciannovesimo secolo, scrisse: «C’è una tendenza che induce alla negligenza e all’abbandono della pratica del quarto comandamento. La domenica, il giorno del Signore, ha un maggior numero di nemici su questa terra di quanti ne abbiano tutte le altre istituzioni e pratiche religiose messe insieme. Nello stesso tempo, però, è più semplice combattere i nemici su questo terreno piuttosto che in qualche altro luogo, in quanto si tratta di un conflitto con i piaceri, con gli interessi, con l’indulgenza e l’ozio e non di uno scontro solo teorico. Siamo d’accordo con John Bunyan che disse: «Un uomo mostra la realtà del suo cuore e della sua vita nel giorno del Signore e non negli altri giorni della settimana, quando si dedica con diletto al culto di Dio nel sacro giorno dell’adorazione, dando così prova di possedere una natura santificata». Molti sono così attaccati ai propri idoli, passioni, giochi ed intrattenimenti, che il pensiero di doverli trascurare li induce a giudicare il privilegio di dedicare un giorno alla settimana per adorare Dio e gioire in lui un’imposizione legalistica. Ma lungi dall’essere una manifestazione di legalismo, osservare il giorno del Signore è una grandissima benedizione, un momento di gioia e di ristoro per i figli di Dio.

Le chiese Battiste Riformate sono contraddistinte dalla convinzione che la conduzione della chiesa spetti agli uomini (maschio e femmina). Nel principio Dio creò l’uomo maschio e femmina, assegnando ad entrambi i sessi ruoli diversi e, al tempo stesso, complementari.

Le chiese Battiste Riformate sono contraddistinte dalla convinzione della serietà dei doveri dei membri di chiesa.
Bisogna considerare l’ammonizione a «non abbandonare la nostra comune adunanza» con molta serietà (Ebrei 10:25). I credenti devono imparare ad essere sempre più partecipi della vita della chiesa locale, assumendosi le responsabilità che il Nuovo Testamento assegna ai membri di chiesa. Essere “membro di chiesa” è una cosa estremamente importante in una chiesa Battista Riformata. Un membro di chiesa non dovrebbe avere nessuna difficoltà a frequentare tutte le riunioni della chiesa: il culto della domenica mattina e la normale riunione di preghiera infrasettimanale. I pastori dovrebbero affermare l’importanza della presenza alle riunioni della chiesa; altrimenti, come si potrà partecipare alla vita della chiesa in modo che onora Dio se le persone non sono presenti alle riunioni senza una giusta causa? Sono poche le chiese che oggi osservano questo principio, ma secondo la Scrittura far parte di una chiesa presuppone l’impegno e la responsabilità verso Dio, verso i conduttori e verso gli altri fratelli in Cristo.

Si sarebbero potute aggiungere altre considerazioni, ma queste riflessioni possono bastare per farsi un’idea di cosa intendiamo dire quando affermiamo di essere Battisti Riformati.
I Battisti appartengono al ramo protestante o Evangelico del cristianesimo. Traggono la loro origine dalla Riforma protestante dell’Inghilterra del mille seicento.
Si diventa membri della chiesa mediante una confessione personale della propria fede che viene testimoniata con il battesimo per immersione, amministrato ai credenti.
Il battesimo è uno dei due comandamenti riconosciuti dai Battisti perché raccomandati da Gesù stesso nella Bibbia.
L’altro comandamento è “la Santa Cena”, che è segno della grazia di Dio, intesa come ricordo del sacrificio di Gesù Cristo per il mondo.
I Battisti professano il sacerdozio universale dei credenti. Questo si esprime nell’assenza di gerarchia nella chiesa alla cui vita possono partecipare attivamente tutti i membri insieme a coloro che svolgono i 5 ministeri : Apostoli, Profeti, Evangelisti, Pastori e Dottori.

Charles Haddon Spurgeon (1834-1892)
È stato in predicatore Battista riformato britannico dell’800 la cui influenza continua a rimanere oggi molto grande fra i cristiani riformati di diversa denominazione. A soli 19 anni viene chiamato a servire come pastore della famosa chiesa evangelica di Londra. A quel tempo era la chiesa Battista più numerosa di Londra.

Il pastore

Stefania Di Nicolò è nata a Torino il 25 dicembre 1978.

Sposata con Marcello De Pascali, è madre di 3 figli.

Ha conseguito il diploma come “Ministro di culto” presso la Scuola Biblica Uomini Nuovi.

Il 22 Giugno 2014 è diventata ufficialmente pastore della Chiesa Evangelica Battista Emmaus di Via Lorenzini 4 a Collegno (To), consacrata al ministero dal presidente della Scuola Biblica Uomini Nuovi, pastore Giuseppe Laiso e dal pastore Fernando Rodrigo Guimarães.

Il termine pastore è l’appellativo che nelle chiese cristiane, soprattutto evangeliche e riformate, viene usato, per riferirsi ad un ministro di culto o comunque (in diversi gradi) a chi è responsabile della conduzione spirituale della comunità cristiana. Il vero pastore deve avere la dottrina di Cristo nelle sue labbra. Sono coloro che possono vivere e dichiarare: “…abbiamo rifiutato gli intrighi vergognosi e non ci comportiamo con astuzia né falsifichiamo la parola di Dio, ma rendendo pubblica la verità, raccomandiamo noi stessi alla coscienza di ogni uomo davanti a Dio” (II Corinzi 4:2). Il cristianesimo di oggi è infestato di persone piene d’inganno e ipocrisia, pronte a girare le vele laddove soffia il vento della pubblica opinione. Il vero servitore del Signore non si trattiene dal dichiarare la verità per quanto essa possa sembrare spiacevole agli orecchi del suo uditorio. Egli è uno che non esalta se stesso, neppure la propria chiesa, ma soltanto Cristo Gesù, la Sua divina Persona, annuncia il Suo Evangelo ed il Suo sangue espiatorio.

La SCUOLA BIBLICA UOMINI NUOVI ha avuto l’onore ed il privilegio di offrire a centinaia di credenti una cultura biblica sia teorica che pratica di riconosciuta qualità e di grande spessore.

Nessuno può conferire un ministero, che si ritiene essere prerogativa unica del Signore Gesù Cristo, come capo assoluto della Chiesa, quindi l’obiettivo di questa scuola biblica è che gli studenti possano valorizzare il ministero ricevuto dal Signore con quell’istruzione e conoscenza che caratterizzano i grandi servitori di Dio.

I docenti della Scuola Biblica Uomini Nuovi affermano: “Ciò che oggi ci gratifica maggiormente è che i tanti studenti della Scuola Biblica Uomini Nuovi, hanno tratto grandi benefici spirituali dai loro studi per una soddisfacente vita di fede e di servizio. Molti di loro sono oggi affermati e benedetti servitori di Dio con un ministero di successo che dà gloria al nostro amato Signore. Di questo siamo profondamente grati a Dio!” Il brano della Parola di Dio in Proverbi 4:13 è sempre la nostra bandiera: “Afferra saldamente l’istruzione, non lasciarla andare; conservala, perché essa è la tua vita”.

La SCUOLA BIBLICA UOMINI NUOVI ebbe inizio a Lugano nel 1972 come “Scuola Biblica di Lugano” a cura dell’Associazione Missionaria Uomini Nuovi con sede in Corso Elvezia a Lugano (Svizzera). Più tardi, con il trasferimento della sede didattica in Italia è diventata SCUOLA BIBLICA UOMINI NUOVI.

Nel 2004 si è aggiunto l’Istituto di Teologia Biblica Pratica e dal 2008 è il ramo italiano della SHEPHERD UNIVERSITY di Los Angeles. Questo elevato salto di qualità consente, grazie ad una offerta formativa di alto livello e la collaborazione di docenti titolati e di grande esperienza di insegnamento e di fede, di dare agli studenti le capacità per trasmettere con chiarezza ad un mondo sempre più confuso ed in continua trasformazione, la coerenza, la solidità e l’immutabilità della fede e speranza cristiana alla luce dell’infallibile Parola di Dio.